Vendita diretta e grande distribuzione organizzata: i cambiamenti ai tempi del Covid-19

Quasi 3 miliardi di euro di fatturato nazionale e 544.000 mila incaricati: questa in sintesi è la vendita diretta in Italia, settore che fino a questo momento non ha conosciuto crisi, e che ha registrato notevoli tassi di crescita su base annua. A confermarlo è Avedisco [1], associazione di categoria a cui appartengono le più grandi aziende del settore. Purtroppo come ben sappiamo però, il Covid-19 ha colpito tutti, quantomeno sotto il profilo lavorativo ed economico. La tradizionale figura del venditore a domicilio infatti, rischia di essere compromessa per ovvi motivi, e le aziende stanno correndo ai ripari per tutelarsi. In che modo? Seguendo la strada intrapresa dalla grande distribuzione organizzata.

 Coronavirus e vendita diretta: cosa cambia

Le aziende che fanno parte della mondo della vendita diretta coinvolte dall’uragano del Covid-19 sono numerose, alcune davvero molto note. Per ovvi motivi il lockdown ha bloccato le loro attività, ma ciò che è peggio, è che il distanziamento sociale ostacolerà a lungo questo antichissimo lavoro. In qualche modo questo settore dovrà correre ai ripari, per proteggere un mercato che nella sola Europa genera fatturati per oltre 30 miliardi di euro, dando lavoro a più di 14 milioni di persone.

La vendita diretta da sempre si basa sul rapporto “faccia a faccia” tra venditore e cliente, che si manifesta anche attraverso la dimostrazione dei benefici e delle funzionalità del prodotto. Alcune aziende risentiranno meno di altre della situazione, perché una visione più lungimirante le aveva portate a seguire l’esempio della grande distribuzione organizzata: creare delle piattaforme di acquisto. Il cliente in questo modo ha la possibilità di comprare in autonomia, magari indirizzato e guidato dal venditore stesso. Una sorta di e-commerce della vendita diretta.

 Grande distribuzione organizzata: la sfida del Covid-19

Abbiamo detto che alcune aziende del mondo della vendita diretta accuseranno meno il colpo del Covid-19 di altre. Parliamo di quelle che hanno investito negli anni passati per sviluppare piattaforme e-commerce, esattamente come è accaduto per il commercio tradizionale. Consultare un catalogo online, ordinare il prodotto, e vederselo recapitare al proprio domicilio, è sicuramente comodo. A conferma di ciò, è sufficiente dare un’occhiata ai dati di vendita della GDO degli ultimi mesi. La presenza online influenza poi molto anche le vendite effettuate in negozio: è molto comune infatti che i clienti consultino online le anteprime dei volantini [2] e poi decidano in base alle offerte dove recarsi fisicamente ad effettuare gli acquisti

Le vendite di alimentari e di prodotti per la protezione individuale, come igienizzanti e detergenti per la casa, sono schizzate alle stelle. Ma mentre a causa del distanziamento sociale l’incremento è stato più contenuto all’interno dei supermercati, il settore online ha invece fatto registrare un picco del +158% rispetto allo stesso periodo 2019. Una crescita che possiamo definire esponenziale e senza precedenti. A dichiararlo è Nielsen, che con la sua indagine di mercato [3] ha evidenziato anche altri fattori.

Primo su tutti, come il week-end abbia perso di importanza nei fatturati generali. Sicuramente a incidere sul cambiamento le chiusure domenicali imposte dal lockdown, ma dobbiamo tenere presente che nel fine settimana si include anche il sabato. Allo stato attuale delle cose, le vendite di questi due giorni coprono solamente il 21% dell’intero fatturato, registrando una diminuzione rispetto all’anno precedente di oltre il 50%. Un vero e proprio crollo, a favore di altri momenti della settimana, come il giovedì che invece è stato protagonista di un aumento del 27%.

 Le vendite nel dettaglio

Come facilmente intuibile, l’attuale situazione sta modificando le abitudini di acquisto delle persone. Inutile sottolineare come i maggiori incrementi delle vendite siano stati registrati per il settore alimentare e quello degli igienizzanti e dei detergenti per la casa. Parliamo di una spesa di necessità, che chiaramente induce a rinunciare ai beni meno indispensabili.

Per comprendere meglio la questione, basti pensare che le vendite di farina sono aumentate del 176%, con fatturati triplicati rispetto al 2019. Molti punti vendita ne sono rimasti sprovvisti per alcuni giorni, esattamente come è accaduto per gli ingredienti di pasticceria: +149%. Durante il blocco, gli italiani si sono improvvisati cuochi e pizzaioli, e i dati lo confermano.

E per quanto riguarda il settore pulizia e igiene? +124% per i guanti, +30% per i detergenti casa in generale, +41% per i saponi mani liquidi e solidi, +130% per l’alcool denaturato, +15% per le salviettine umidificate. Una fetta consistente di questi fatturati, come anticipato proviene proprio dal mondo online degli e-commerce. In testa quelli della grande distribuzione organizzata. Rimane da vedere se questo cambiamento è solamente temporaneo, o stiamo assistendo invece ad un mutamento radicale della nostra società.

 FONTI

1 – Indagine sulla Vendita diretta Avedisco

2 – Si tratta di servizi come quello del catalogo Stanhome, che permette di sapere da casa cosa sarà in offerta nel negozio fisico

3 – Ricerca di settore sulle vendite di alimentari condotta da Nielsen